10 Novembre 2024

di Giuseppe Cossentino

Un trionfo meritato quello di James La Motta, regista di talento, che ha conquistato il Premio della Critica al Corto Flegreo 2024 con il suo cortometraggio T’ho aspettata da una vita. La pellicola, un’intrigante fusione tra thriller psicologico e dramma sociale, ha catturato l’attenzione della giuria e del pubblico grazie a una narrazione originale e profonda, ambientata nello straordinario scenario dei Campi Flegrei. A premiarlo è stato il celebre critico cinematografico Valerio Caprara, che ha sottolineato l’eccellenza strutturale dell’opera e la sua capacità di anticipare una carriera promettente per La Motta.

Un thriller che lascia il segno “T’ho aspettata da una vita” è una storia potente e carica di tensione emotiva. La protagonista, Laura, interpretata dall’attrice internazionale Simona Mangiante, affronta una spirale di eventi destabilizzanti dopo una difficile separazione e l’impossibilità di avere figli. Al centro della sua vita appare Jack, un vecchio amico delle superiori interpretato dallo stesso La Motta, che a sua volta si ritrova coinvolto in situazioni altrettanto complicate, dopo la fine della sua relazione con Sara. La Motta riesce a costruire una narrazione avvolgente, giocando con i lati oscuri e psicologici dei personaggi, e tenendo lo spettatore in costante bilico tra realtà e suggestione.

Il regista ha voluto dare ad ogni personaggio un profilo psicologico complesso, una mossa che si è rivelata vincente: “Ho cercato di immergere lo spettatore in un’atmosfera di mistero, dove ognuno possa riflettere sul proprio lato oscuro”, ha dichiarato La Motta. La pellicola non è solo un thriller, ma un’indagine profonda sulle fragilità umane e sulle conseguenze delle scelte emotive.

Il cortometraggio si avvale di un cast brillante, con una performance eccezionale di Simona Mangiante affiancata dalla giovane attrice promettente Gaia Cammarota. A sostenere il regista, una crew tecnica d’eccellenza, con la direzione della fotografia affidata a Lorenzo Caramelli.

Il riconoscimento della critica: una consacrazione Il Premio della Critica assegnato a La Motta non è solo un riconoscimento al suo talento, ma anche una celebrazione della capacità del Corto Flegreo di scoprire e valorizzare nuove voci nel panorama cinematografico italiano. Valerio Caprara, nel suo discorso di premiazione, ha elogiato l’opera per la sua originalità, definendo T’ho aspettata da una vita come un cortometraggio capace di distinguersi per profondità e costruzione narrativa. “L’opera di La Motta colpisce per la sua capacità di raccontare con intensità e mistero, lasciando il pubblico coinvolto e pensieroso”, ha affermato il critico.

Il Corto Flegreo: un trampolino di lancio per il futuro del cinema Il Premio Corto Flegreo organizzato dall’Associazione LIBERASS con il presidente Mariagrazia Siciliano è diventato negli anni un appuntamento imperdibile per registi e attori, rappresentando un’opportunità unica di crescita professionale. L’evento, che si pone come vetrina per valorizzare il territorio dei Campi Flegrei, ha visto la partecipazione di una giuria di altissimo livello, composta da personalità del cinema italiano come Pino Sondelli, Ottavio Costa, Renato De Rienzo e Antonella Stefanucci. Quest’anno, il Festival ha voluto sottolineare l’importanza di investire sui talenti, cercando di creare un ponte tra la cultura cinematografica e lo sviluppo territoriale.

La Motta, con questo prestigioso riconoscimento, si inserisce tra i nomi da tenere d’occhio nel futuro del cinema italiano, confermandosi non solo come regista di talento, ma anche come narratore attento alle complessità umane. Il successo di T’ho aspettata da una vita al Corto Flegreo rappresenta non solo un traguardo personale, ma anche un importante segnale per l’evoluzione di un nuovo cinema in Italia.

Il futuro è adesso, e James La Motta è pronto a raccontarlo.