“I DISAGI DEI PRONTO SOCCORSI CAMPANI: NE PARLIAMO CON IL
DOTTORE GIUSEPPE NOSCHESE
Un periodo storico molto complesso per la Sanità Pubblica, sub specie nel
comparto dei Pronto Soccorsi dei Nosocomi campani, quali l’Ospedale
Cardarelli di Napoli; a riguardo ne parliamo con il Dottor Giuseppe
Noschese, eminente figura della Medicina italiana. Formatosi
professionalmente a Baltimora presso il TRAUMA CENTER, della
John Hopkins University il più importante del mondo, Giuseppe
Noschese collabora da molti anni con la DIFESA in attività formative del
personale, in particolare nell’ambito della cooperazione sanitaria tra civili e
militari, partecipando più volte alle NAZIONI UNITE di Ginevra a
Sessioni della Conferenza sul Disarmo. Consigliere Scientifico della
Marina Militare Italiana , Noschese è Presidente di IDMA (International
Disaster Medicine Association) e vanta oltre alla Laurea In Medicina, ho
una Laurea in “Economia e Commercio” ed una in “Scienze Politiche”
Dottor Noschese lei ha lavorato molti anni al Cardarelli, qual’era la
situazione del Pronto soccorso a quell’epoca?
“Vorrei innanzitutto precisare che il problema del PS non è isolato
all’Ospedale Cardarelli e ad altri Nosocomi campani , bensì una piaga
nazionale legata alla disaffezione che i nostri giovani hanno per la
Medicina oltre che per i carichi di lavoro legati principalmente alla
mancanza di filtro sul territorio in quanto anche i medici di famiglia, che
una volta rappresentavano una sorta di parafulmine agli accessi al PS, sono
in sotto organico e non riescono più a far fronte a tutte le richieste di
assistenza sanitaria che puntualmente ricevono.”
Facendo stretto riferimento al Cardarelli, quali sono le cause di
sovraffollamento del Pronto Soccorso?
“Come ho già riferito i motivi sono diversi principalmente legati alla
mancanza di personale ed alla rete sanitaria territoriale che non riesce più
ad intercettare i pazienti che anche per patologie cosiddette da “codice
bianco” si riversano negli ospedali, intralciando le attività ed allungando i
tempi d’attesa per l’erogazione di prestazioni sanitarie ai pazienti che ne
hanno maggior bisogno”
Dunque alla base vi è un problema di carenza di personale o di
organizzazione?
“La situazione è molto più complicata e non sempre è legata alla
mancanza di personale od alla carente organizzazione”
“Dottor Noschese lei è da sempre in trincea sanitaria, vantando ,
quarant’anni di attività al Cardarelli, e, non ultimo, durante la
Pandemia, all’Ospedale del Mare responsabile della gestione logistica
ed organizzativa del Covid Center, in cui ha anche avviato una start
up di un Trauma Center; i suggerimenti per migliorare
l’organizzazione nei PS ?
“Non è un’operazione semplice; tanti colleghi che lavorano nei PS sono
molto validi e sono sottoposti quotidianamente ad uno stress da lavoro
inimmaginabile; bisognerebbe riformare la Sanità specialmente nel
segmento che crea maggiore criticità ossia la gestione delle emergenze”
Il 22 luglio 2021 lei coordinò gli aspetti logistici dei soccorsi a Capri a
seguito dell’incidente del bus finito sullo stabilimento balneare
“Ricordo perfettamente quel giorno, in cui ricorreva anche il mio
compleanno! Io ero in ospedale, mi avvisarono che un elicottero della
polizia mi avrebbe portato sull’isola azzurra per organizzare i trasferimenti
dei feriti su terra ferma all’Ospedale del Mare. Appena arrivai all’ ospedale
Capilupi notai che i colleghi in servizio erano alle prese con la gestione di
una mass casualties ossia un numero imprevedibile di pazienti che arrivano
al pronto soccorso contemporaneamente facendo saltare tutti gli schemi
assistenziali. Ricordo che al “Capilupi” i medici e tutto il personale
sanitario seppero fronteggiare stoicamente l’impatto di circa 30 poli-
traumatizzati, stabilizzandoli emodinamicamente, operandoli nei casi
necessari, compiendo un’impresa stoica,! Un po’ alla volta, man mano che
le condizioni dei singoli pazienti, lo consentivano li trasportammo tutti al
Trauma Center dell’Ospedale del Mare, evitando di intasare gli altri
Ospedali Napoletani. L’operazione fu un successo su tutti i fronti , nessun
morto tra i pazienti tranne il povero autista del bus che era deceduto sul
colpo.”
Lei ha svolto la sua attività di medico anche in Afghanistan ed in altre
aree calde del pianeta, spesso operando anche con le Forze Armate….
“ Sì ho vissuto criticità emergenziali non solo in Afghanistan ed in altre
aree calde del pianeta, ma anche in Italia; a tal proposito ricordo un
episodio molto drammatico durante il terremoto dell’Irpinia nell’80; era
una domenica sera ed io giovane chirurgo ero di guardia in PS, ed ho
ancora in mente le scene di dolore e disperazione che continuamente si
proponevano ai nostri occhi di gente ferita gravemente scampata per
miracolo alla gravissima calamità naturale appena verificatisi . Noi
giovani medici lavorammo incessantemente per ore ed ore anzi per giorni
e giorni ma nessuno si lamentava”
Dottor Noschese se le chiedessero di ritornare in “trincea” forte della
sua lunga ed intensa esperienza professionale ospedaliera quale
sarebbe la sua risposta?
“Sono nato a Napoli, vivo a Napoli ed amo questa città ed i suoi cittadini;
pertanto non mi tirerei di certo indietro anche se le risorse umane
sanitarie attualmente operative sul territorio sono ben accorsate nella
gestione delle emergenze.”